Poi il mio professore restava e resta una calcolatrice senz’anima ma questo poco importa…
Nel corso degli anni ho però spalancato le porte della mente, ho iniziato a viaggiare, a volare, a scoprire, a comprare con monete e occhi diversi, ho compreso alcuni aspetti economici fino ad allora sconosciuti nonostante anni di studi.
Dall’ex Unione Sovietica a tutta l’Europa, dall’Africa alle isole più sperdute e dimenticate da dio e dagli uomini, e paesini di montagna, borghi medievali e capitali modernissime, da Londra a Barcellona passando da Careri e da Aliano ed i suoi calanchi, da spiagge deserte in pieno inverno, da Vilnius ad Addis Abeba, da Parigi ai villaggi del Congo francese.
Il Valore della diversità
Lingue, culture, colori ed odori, necessità e speranze, priorità e monete differenti.
Valori, non quelli legati all’etica ed alle culture, proprio il «valore» economico che diamo alle cose.
Parlo dell’acqua, dei carburanti, del pane, dei legumi ed i pomodori, di un frutto esotico e del vino, del prezzo di un taxi, delle patate e dell’artigianato, delle pietre preziose e di un libro, della possibilità di fare un viaggio o semplicemente studiare…
Allora le reminescenze scolastiche tornano in mente prepotenti, i cassetti della memoria si spalancano e tutto diventa chiaro, il Valore delle cose non è soltanto intrinseco ma, il più delle volte, estrinseco.
Una bottiglietta d’acqua può costare tre volte un litro di benzina, una matita può valere più di un paio di jeans, un quaderno molto più di due chili di papaya.
Qui in Congo un fuoristrada è necessario ed indispensabile perché può salvare la vita, in Italia è solo ostentazione di ricchezza ed opulenza, un fuoristrada qui si sporca di fango e sabbia, in Italia è sempre tirato a lucido e sfavillante.
Ma in Italia non serve a nulla, le strade e le piste sono differenti, le necessità sono differenti, le priorità sono differenti, diciamolo pure…in Italia sono in pochi a saper guidare un fuoristrada nel vero senso del concetto, ma tant’è…